Muri

Kenya, 1997 – I Joyful Dancing Men sono nati come ringraziamento a Bruno, un amico che mi ha generosamente ospitato per un mese a Diani. Ogni tardo pomeriggio, quando l'aria iniziava a rinfrescarsi, lui e i suoi amici si riunivano lì vicino, intrattenendosi in conversazioni riflessive mentre mi guardavano dipingere. Spesso ero appollaiato su una scala, a lavorare sull'arco sopra la porta d'ingresso. A quanto pare, guardare la vernice asciugare non era mai stato così piacevole.

Roma 2002 - Il proprietario di un appartamento appena acquistato mi chiese di decorare una delle pareti della cucina. Gli suggerii qualche idea, ma lui insistette che voleva delle persone.
"Che tipo di persone?", chiesi. Mi diede completa libertà: qualsiasi tipo di persona.
Onestamente, non ero sicuro di cosa collegasse il gruppo di individui che alla fine emersero dal pennello, uno a uno, come se avessero aspettato anni per apparire su quella parete. Solo dopo aver terminato il murale mi resi conto: sono stato ognuno di loro a un certo punto della mia vita.

Ora, torniamo indietro al 1997, prima del Kenya.
Marzo 1997 – Dovevamo effettuare dei lavori strutturali sul tetto, quindi i muratori installarono delle impalcature che arrivavano fino al tetto della casa. Una volta riparato il tetto, mio padre mi disse che gli operai avevano lasciato le impalcature al loro posto e che, dopo aver finito gli esami estivi, sarei stato il benvenuto a tornare da Bologna (dove studiavo all'università) e usarle per decorare la finestra cieca che aveva sempre avuto un aspetto così triste con la sua semplice facciata di cemento grigio.
Così, trascorsi la settimana successiva appollaiato sull'impalcatura. Che vista da lassù!